Il primo punto è la mancanza di dinamismo che sta caratterizzando la collettività italiana. In questi ultimi anni, la comunità italiana ha perso, in maniera progressiva, quel impulso iniziale che si ebbe in relazione alla ricerca di uno spazio proprio dentro la politica e le istituzioni italiane. L'interesse della collettività per una maggiore presenza nella "vita" istituzionale dell'Italia si è deteriorato, ed è stato quasi totalmente rimpiazzato con interessi personali e settoriali. Siamo passati da una logica d’azione collettiva e democratica ad una condotta particolaristica e molto frammentata.
Indubbiamente, si sta soffrendo il cambiamento generazionale, quasi il 60 percento o più dell’anagrafe elettorale è composto dai figli dell’ultima ondata migratoria, molti dei quali hanno fatto richiesta di cittadinanza italiana per il solo "beneficio" di ottenere il passaporto europeo. Ma è assolutamente certo che molti giovani, figli di italiani, sono pienamente partecipi nel mondo associativo ed hanno una proficua relazione con le organizzazioni sociali della nostra comunità italiana.
Dobbiamo recuperare quel impulso iniziale dei nostri genitori, e nonostante le loro differenze e le limitazioni, possedevano un obiettivo comune, quello di ampliare le basi della comunità e guadagnarsi un spazio nelle istituzioni italiane.
Oggi, sfortunatamente, quella che si percepisce è una terribile stagnazione ideologica ed una forte disillusione. Il voto degli italiani all'estero costituì una storica ed importane pietra miliare per la nostra comunità, ma lontano dall’incentivare una logica più collettiva, producendo un insieme di forti divisioni dentro il mondo associativo.
Alle divisioni bisogna sommare il comportamento opportunista di alcuni che, di "scatto", fecero irruzione nella collettività, "inventandosi" un passato associativo ed una militanza sociale inesistente. La Costituzione italiana stabilisce che per postularsi è soltanto necessario essere italiani, tuttavia, è desiderabile, per i nostri futuri rappresentanti, avere un intenso principio d’apparteneva con la nostra collettività. Questo principio di appartenenza è fortemente legato con sani valori culturali e sociali, fondamentalmente ancorati con lo sviluppo di un’etica esemplare e norme di condotta dignitose.
Questa insolita dinamica fa si che gran parte della dirigenza politica sia slegata della collettività italiana. Importanti sono i contatti con personaggi politici, con parlamentari, funzionari di partito, le risorse economiche personali, cercare costantemente l’esposizione pubblica, quindi se si ha tempo disponibile fare anche politica.
In sintesi, la politica è passata da un reale e puro interesse dei temi della comunità ad un’ottima opportunità personale.
È molto più importante apparire su un mezzo di comunicazione di massa che avere tanti anni di militanza sociale, ha più pregio avere i denari per stampare poster e manifesti che aver lavorato socialmente per i più deboli. Vale molto di più essere una figura pubblica conosciuta che sapere parlare degnamente l’italiano.
La nostra comunità sta vivendo cambiamenti profondi, è necessario un dibattito serio su progetti a medio e lungo termine. È necessario ricercare nuovi elementi, diversi mezzi per creare una rappresentanza più genuina.
Questo e molti altri temi saranno seguiti e sviluppati nelle nostre note. Aspettiamo i vostri commenti e le vostre considerazioni.
Me llamo Daniel Quaraglia, soy descendiente de italianos y la verdad coincido con lo que dice este blog. Las elecciones pasadas recibi un monton de cartas por parte de los candidatos con un sinfin de promesas y proyectos, Por lo que vi hasta ahora esas promesas quedaron en el olvido. Creo que Italia se parece cada vez más a la Argentina que no queremos. Pero tambien creo que es nuestra obligacion hacer sentir nuestro descontento a la clase dirigente. Espero poder seguir participando en este blog. Abrazos y exitos, sigan así.
RispondiEliminaFianiamola con tanta menzogna, i politici cercano soltanto i sui interessi particolari e basta. Manca un vero programma politico per gli italiani all'estero.
RispondiEliminaSono quasi d'accordo. L'unica cosa inutile é il voto. A cosa serve? Ad arrichire a 10 persone ogni cinque anni? L'assegno sociale ancdrebbe bene ma non é una vera prioritá per i politici. La vera prioritá sono loro stessi e i suoi seguaci.
RispondiEliminaPantaleone Muraca, residente a Rosario, Argentina
Estoy de acuerdo con muchas cosas que dice el articulo, necesitamos salir de los intereses egoista e individuales para construir un nuevo asociacionismo. Las asociaciones no son un partido politico!!!! En las elecciones pasadas cada vez iba a un evento organizado por una asocicion esta el presidente de la misma con el candidato de turno. Hasta querian que le firme una lista de avales, la verdad me dio un bornca barbara. No veo mal a la politica pero si veo mal que se utilice de manera descarada a la gente. Quizas una opcion seria mayor relacion entre la politica local y los candidatos, que la politica vaya por otro carril diferente al mundo asocicativo. Esta es mi humilide opinion.
RispondiEliminaSoy Marcelo Poletti y muchas gracias!!!!
Sono molto deluso dei nostri deputati e senatori. Non hanno fatto nulla, credo che il loro ruolo dentro del parlamento e quasi inesistente, Mi piacerebbe sapere quanti progetti di legge ha presentato il MAIE?
RispondiEliminaMas alla de toda polemica, creo que los italianos necesitamos un conjunto de reformas, y que estas reformas no sean hechas a "medida" del poder de turno.Santiago Di Pasquo-Ramos Mejia.
RispondiEliminaSi votar cambiara nuestra situacion para mejor, entonces el voto seria ilegal!!!!
RispondiEliminaestoy de acuerdo con lo planteado: la verdad q me da bronca cuando se llenan la boca hablando de los inmigrantes y de su “percorso” y no tienen idea de lo que han vivido, sufrido, logrado…lo de siempre, parece q se reduce a políticos VERSUS sociedad: los políticos prometen, las asociaciones italianas luchan para pagar impuestos y mantener las sedes, los políticos se comprometen, el pensionado no cobra en tiempo y forma, el político hace campaña para q lo sigan votando, el italiano o descendiente no ve cambios ni políticas, ni proyectos q no reflejen interés sectorial/partidario…una lástima
RispondiEliminagracias por el espacio
Me parece bien el post anterior.
RispondiEliminaGrazie per esprimere le vostre idee! Speriamo che siano l'inizio di un lungo percorso...
RispondiEliminaCreo que en general el artículo describe la situacion de la colectividad italiana. Pero desde mi visión el cambio de "rumbo" no va a ser tan facil.Para mi, faltan verdaderos dirigentes que no "jueguen" a ser ni diputados ni senadores sino que quieran trabajar de manera altruista para los demás.
RispondiEliminaQuerida Daniela, ¡gracias por ser la primer dama en comentar! ¡Espero que muchas más se animen!
RispondiEliminaEl 16/10/2010, Aurelio dijo, refiriéndose a un legislador italiano: "...es la ruina de colectividad italiana, hizo del asociacionismo un partido politico. A que nadie sabe los proyectos que presento como diputado y cuantos fueron aprobados?"
RispondiEliminaAurelio, le recordamos que no se publicarán comentarios en los cuales se denuncien actitudes de cualquier miembro de la colectividad italiana indicando su nombre y apellido. Para hacerlo, sólo indique el hecho concreto, absteniéndose de nombrarlo. Muchas gracias, y esperamos nuevos comentarios!
La robina della collettivitá é stato il "sacrosanto" diritto al voto. Prima c'erano divisioni ma oggi sono tutti nemeci a morte. Si sono presi anche a pugni per stupidagini infantilistiche riguardanti i partiti politici. Mi vergogno! Perdete il tempo...
RispondiEliminaTullio Ferrari
Io non credo che il voto degli italini all'estero sia la rovina della nostra comunità. Anzi, penso che sia il nostro diritto votare ai rappresentanti e anche poter essere candidati. Creo che noi doviamo finire con tutti questi atteggiamenti autoritari. VIVA la DEMOCRAZIA!!!!
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